Cancellati 630 server contenenti dati di Megaupload

21 giugno 2013

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Sin dall’inizio delle vicende giudiziarie nate dalla caduta di Megaupload, una delle domande rimaste senza risposta riguardava il destino dei dati degli utenti. Le autorità americane, quando hanno sequestrato i beni di Kim Dotcom, hanno in tal modo impedito che il fondatore di Megaupload potesse pagare i vari fornitori di hosting.

Da allora, Dotcom – con il supporto della EFF – ha cercato in ogni modo di permettere agli utenti di riottenere l’accesso ai propri dati, ma senza successo. Così alcuni provider – come Carpathia – hanno deciso di conservare intatti i server a proprie spese in attesa di una decisione del tribunale americano; altri invece non sono stati così clementi.

L’olandese Leaseweb, per esempio, di recente ha fatto sapere di aver cancellato il contenuto di 630 server originariamente adoperati da Megaupload affinché vengano riutilizzati.

“È un disastro enorme” – ha commentato Kim Dotcom – “Hanno cancellato petabyte di dati e non ci hanno nemmeno avvertiti. I nostri legali hanno chiesto loro molte volte di non cancellare i dati mentre il tribunale statunitense prende una decisione sui diritti dei nostri utenti”.

Per Leaseweb, però, le cose stanno diversamente: l’azienda afferma di aver cercato di contattare Megaupload ma, non avendo ricevuto risposta, ha deciso di procedere. “Ci dispiace moltissimo per gli ostacoli che Kim Dotcom ha dovuto affrontare sin da quando Megaupload è stato messo offline, ma speriamo che come imprenditore capisca il nostro punto di vista e le decisioni prese”.

Quanto a Dotcom, di erto non è contento: “Tutto quello che possono dire è che siamo tutti molto seccati. Per me questo è il giorno peggiore dal raid perché ho combattuto ogni giorno perché gli utenti riavessero i loro dati. OGNI GIORNO!”.



 
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