Dimezzata a Samsung la multa da 1 miliardo di dollari

4 marzo 2013

Samsung e Apple

Un clamoroso punto di svolta nella estenuante sfida legale tra i giganti Apple e Samsung, tornati in aula per discutere sulla cifra che il produttore coreano dovrebbe versare alla Mela per la violazione ripetuta del suo portfolio brevettuale in ambito mobile. Ora il giudice Lucy Koh ha ordinato una riduzione del 40% della multa più salata mai comminata per attività di sfruttamento indebito della proprietà intellettuale.

L’azienda asiatica dovrà pagare una sanzione pari a 598,9 milioni di dollari, una cifra decisamente inferiore a quella stabilita nello scorso agosto. Al processo più importante nel settore ICT, Samsung era uscita con le ossa rotte: 1,05 miliardi di dollari per aver riprodotto “spudoratamente” l’aspetto dei dispositivi made in Cupertino e sfruttato indebitamente alcune feature della Mela, tra cui rubber band e pinch-to-zoom.

Dopo aver negato a Cupertino un aumento nella maxi-multa a Samsung, il giudice Koh ha ora decurtato 450 milioni di dollari dalla salatissima sanzione imposta allo stesso produttore coreano. Dai modelli Galaxy Tab e Nexus S 4G allo smartphone Galaxy SII brandizzato AT&T, sono 14 i dispositivi eliminati dalla lista dei prodotti in violazione dei brevetti di Apple, con altri 14 che resteranno alla base dei circa 600 milioni di multa per la società californiana. In realtà, sui 14 dispositivi rimanenti il giudice Koh ha ordinato un nuovo round processuale prima dell’inizio del 2014.

La multa per il gigante coreano potrebbe dunque diventare più onerosa così come venire ulteriormente ridotta. Nello specifico, il giudice Koh ha riscontrato due errori significativi nelle modalità di calcolo selezionate dalla giuria nell’agosto scorso. In primis, erano stati utilizzati i profitti di Samsung per determinare la cifra da imporre come multa all’azienda asiatica in favore della Mela, una pratica scorretta nel momento in cui ad essere violati siano solo ed esclusivamente brevetti legati al design di un prodotto.

Secondo errore, Apple dovrebbe ottenere un risarcimento in merito a quelle vendite in un periodo successivo all’effettiva comunicazione ai vertici di Samsung delle accuse di violazione brevettuale. Per l’azienda di Cupertino varrebbe un incontro preliminare nell’agosto 2010. Per il giudice californiano, una lista completa di brevetti e dispositivi coinvolti non sarebbe stata inoltrata prima dell’aprile del 2011, successivamente aggiornata a giugno.

La forte riduzione nella cifra da imporre a Samsung non ha sorpreso più di tanto gli osservatori. Dopo il suo miliardo di guai, il produttore coreano aveva visto assegnarsi parecchi round nella sfida con la Mela. Ad esempio, lo stesso giudice Koh non aveva ordinato alcun blocco delle vendite su richiesta di Apple, i cui legali non erano riusciti a dimostrare l’effettiva connessione tra le tecnologie in violazione brevettuale e i danni causati da Samsung sul mercato di smartphone e tablet.

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