Google: mai più recensioni anonime su Play Store

28 novembre 2012

Google dice addio alle recensioni anonime: su Play Store, il negozio virtuale legato al sistema operativo Android, ogni commento su un app, su un libro, o su altro prodotto in vendita, sarà immediatamente e irrevocabilmente associato al proprio profilo Google+. E chi non ce l’ha dovrà attrezzarsi. Attenti, dunque, a quello che scrivete, perché accanto al vostro giudizio compariranno nomi e foto scelti da voi sull’account del social network di Google.

Per i maligni è un modo per incrementare traffico e iscrizioni a Google+, ancora lontano dai numeri e dalla popolarità del rivale Facebook, ma, a essere sinceri, il motore di ricerca ha inaugurato da tempo una campagna contro l’anonimato sul web , a favore della trasparenza. Tutto è iniziato con la tolleranza zero verso i nomi falsi proprio sul suo social network, ed è proseguito con un pubblico appello a mettere faccia e generalità quando si pubblica e si scrive su YouTube. Infine, sono arrivate le operazioni di unificazione degli account Google , che limitano ulteriormente la possibilità di anonimato.

Ora tocca al Play Store, anche se la novità non riguarda ancora tutti gli utenti. I commentatori si chiedono se questa mossa non disincentiverà le critiche. Di sicuro, chi scriverà peserà di più termini e giudizi, e questo potrebbe essere un bene. Troppo spesso, internet dà via libera all’impulsività, a giudizi di pancia mal ponderati, pronunciati dalla torre d’avorio dell’anonimato. In linea di principio, assumersi fino in fondo la responsabilità di quello che si scrive dovrebbe essere la regola e non l’eccezione, sulla Rete come sui giornali. Altra valutazione, naturalmente, meritano i Paesi in cui esprimere un’opinione significa rischiare il carcere, o peggio. E tuttavia, il recente caso del cinese Zhai , arrestato in per tweet anonimi e ironici nei confronti del congresso del Partito Comunista, dimostra che i regimi più organizzati sanno risalire alla identità dei loro avversari online, in un modo o nell’altro.

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