In arrivo un telefono Ubuntu

3 gennaio 2013

Ubuntu Logo

È pulito come iOS e aperto come Android, non richiede tasti di navigazione e userà il nuovo standard HTML5. Sono queste le aspettative sorte intorno a un nuovo sistema operativo open source Ubuntu per smartphone.

A presentarlo in video ci ha pensato Mark Shuttleworth, il fondatore della società che da sempre ha curato il software Gnu/Linux, la Canonical Ltd. Nei prossimi giorni all’annuale appuntamento col Ces, Consumer Electronics Association, la fiera dell’elettronica di consumo più attesa dell’anno (8-11 gennaio a Las Vegas), sarà possibile toccarlo con mano, mentre prima che Ubuntu faccia la propria comparsa nelle mani degli utenti bisognerà attendere probabilmente la fine del 2013. L’annuncio ha comunque destato l’attenzione degli esperti perché il sistema operativo è frutto di un approccio del tutto differente rispetto agli altri e i buoni risultati ottenuti dalle versioni desktop di Ubuntu negli ultimi anni rendono la Canonical un nuovo entrante da tenere in considerazione nell’agguerritissimo mercato degli smartphone.

A tutto schermo e a tutto tocco. L’interfaccia è molto bella graficamente e concepita in modo da non dover passare da schermate iniziali. I controlli si attivano toccando i lati dello schermo dove compaiono le applicazioni più utilizzate, le ultime attività, le app che lavorano in background e le impostazioni principali. Gli sviluppatori della Canonical Ltd hanno rifiutato il linguaggio Java in favore di html5, che agevolerà l’interoperabilità tra le app anche di ecosistemi diversi (la release presentata usa gli stessi driver di Android) e tra il sistema operativo per smartphone e quello per altri dispositivi come il pc ma anche la tv Ubuntu. Quello che invece non si vede a una prima occhiata è la leggerezza del software che richiede prestazioni hardware minime. Per la distribuzione destinata ai dispositivi entry-level infatti è richiesta una Ram di soli 512 MB e un chip da 1GHz di frequenza. Quella pensata per i modelli più evoluti invece richiede 1 GB di memoria e chip più sofisticati quad-core o Intel Atom, ma in cambio offre una convergenza tra smarthone e pc o tv molto interessante. Collegato infatti al computer o al televisore il telefono abbandona i panni ristretti del piccolo schermo a tocco si trasforma in un’interfaccia da grande schermo controllabile da tastiera o telecomando.

L’obiettivo di Shuttleworth è replicare il successo ottenuto con le versioni desktop del sistema operativo. Ubuntu è utilizzato da circa 20 milioni di utenti nel mondo, viene installato sui pc da diversi produttori e ha tra i propri clienti anche importanti istituzioni pubbliche, come la Gendarmerie francese, che dal 2009 lo ha preferito a Windows, risparmiando circa 50 milioni di euro in licenze. Gli osservatori hanno espresso il proprio apprezzamento sulle riviste specializzate, il plauso è quasi unanime – ma in attesa di prova sul campo – anche se non tutti sono pronti a scommettere sul successo commerciale dell’operazione. Se secondo alcuni il sistema operativo è ideale per i dispositivi low-cost (un settore in rapida crescita), e potrebbe infastidire anche la fascia alta del mercato grazie alla convergenza frutto dell’interoperabilità di html5, per altri il mercato è molto affollato e altamente competitivo. La distanza tra l’annuncio e la previsione dei primi dispositivi in circolazione inoltre lascia agli avversari tutto il tempo di prendere le eventuali contromisure.

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