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Posts Tagged ‘Cina’

La Cina torna in testa nella classifica dei migliori supercomputer

18 giugno 2013 Commenti chiusi

Supercomputer

La nuova classifica Top500 incorona ancora una volta una macchina cinese come supercomputer più veloce al mondo, primato che la Cina riconquista dopo l’exploit del 2010 distanziando la concorrenza con livelli prestazionali da assoluto primato.

Tianhe-2, questo il nome del nuovo supercomputer cinese, è stato sviluppato dalla National University of Defense Technology e diventerà operativo (alla fine del 2013) in anticipo di due anni sui tempi previsti. Una vera e propria sorpresa, insomma, che con i suoi 33,86 PetaFLOPS misurati dal benchmark Linpack ottiene una performance più che doppia rispetto al supercomputer più potente della scorsa classifica Top500.

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Chi sono gli hacker cinesi, tra mito e realtà

2 febbraio 2013 Commenti chiusi

Virus informatico

Si dice che i cinesi siano gli hacker più potenti del mondo. Si dice che Pechino li abbia assoldati e abbia costituito un cyber esercito. Si dice che gli Usa siano sotto attacco da anni e non sappiano come fare a difendersi. Si dice. Ipotesi di spionaggio, storie da film su attacchi alla Casa Bianca, racconti di ragazzi arrestati, torturati e poi assoldati per rubare i segreti del mondo occidentale. Il confine tra la fantasia e la realtà è davvero difficile da individuare. Ma una cosa è certa: gli hacker cinesi in questi anni hanno dimostrato capacità incredibili. Sarà perché anni di censura li hanno abituati a trovare sempre nuovi modi per bucare il mitico Firewall, la cyber muraglia che il regime di Pechino ha costruito intorno ai suoi confini per censurare le notizie sgradite. Sarà perché l’informatica è sempre stata considerata una delle materie di studio più importanti per le elite governative, ma è plausibile pensare che Pechino non abbia lasciato scorazzare questi ragazzi nel cyber spazio e che abbia ritenuto più conveniente assoldarne alcuni. Il tutto con due obiettivi. Spiare i dissidenti, all’interno. E rubare segreti ai nemici, all’esterno. Così, oggi, dopo gli attacchi al New York Times, al Wall Street Journal e a Twitter, si torna a parlare di loro. Gli hacker rossi.

Secondo gli analisti di cyber sicurezza consultati dalla Cnn, nell’ultimo anno un attacco su tre proviene dalla Cina. Si tratta soprattutto di spear-phising attack. Si cerca un obiettivo vulnerabile all’interno della compagnia, società, istituzione che si vuole bucare. Gli si invia una mail che attirerà il suo interesse usando tecniche di ingegneria sociale, poi si fa in mondo che il soggetto clicchi su un link o che scarichi un allegato. Infine si trova la chiave per entrare, rubandogli le password della casella di posta elettronica, piuttosto che le utenze usate per accedere al computer dell’ufficio. Una volta dentro, il gioco è fatto. A quel punto non è necessaria una grande esperienza per muoversi nel sistema e trovare informazioni riservate. È quanto sarebbe successo al New York Times e al Wall Street Journal, colpiti mentre stavano pubblicando inchieste scomode per il premier cinese Wen Jiabao. Anche Reuters e Bloomberg hanno denunciato di essere state attaccate. Ed è quanto potrebbe essere accaduto a Twitter, considerato strumento di diffusione delle informazioni. La Cina ovviamente nega ogni responsabilità. Ma in questi casi risalire al mandante è molto difficile.

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Google cede al controllo cinese: rimosso il filtro web anti-censura

8 gennaio 2013 Commenti chiusi

Google Logo

Mountain View cede a Pechino. Una questione annosa quella tra Google e la Cina, che vede i due blocchi contrapposti sulla gestione delle informazioni disponibili e dei dati degli utenti. Ma alla fine Google ha capitolato e ha rimosso da ieri dal suo motore di ricerca in Cina la funzione che avvertiva l’utente che la parola che si stava cercando poteva essere sensibile per il governo cinese, bloccando quindi la ricerca.

La decisione della società di Mountain View di interrompere il servizio, che aiutava gli internauti contro la censura, sarebbe nata alla fine di un lungo e tormentato braccio di ferro con le autorità locali, iniziato lo scorso giugno. La mossa di Google non è però piaciuta agli internauti: sul web cinese sono molti i messaggi contro il colosso californiano, che secondo gli utenti ha perso “la reputazione”, accettando di fatto un’autocensura.

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