Un clamoroso punto di svolta nella estenuante sfida legale tra i giganti Apple e Samsung, tornati in aula per discutere sulla cifra che il produttore coreano dovrebbe versare alla Mela per la violazione ripetuta del suo portfolio brevettuale in ambito mobile. Ora il giudice Lucy Koh ha ordinato una riduzione del 40% della multa più salata mai comminata per attività di sfruttamento indebito della proprietà intellettuale.
L’azienda asiatica dovrà pagare una sanzione pari a 598,9 milioni di dollari, una cifra decisamente inferiore a quella stabilita nello scorso agosto. Al processo più importante nel settore ICT, Samsung era uscita con le ossa rotte: 1,05 miliardi di dollari per aver riprodotto “spudoratamente” l’aspetto dei dispositivi made in Cupertino e sfruttato indebitamente alcune feature della Mela, tra cui rubber band e pinch-to-zoom.
Dopo aver negato a Cupertino un aumento nella maxi-multa a Samsung, il giudice Koh ha ora decurtato 450 milioni di dollari dalla salatissima sanzione imposta allo stesso produttore coreano. Dai modelli Galaxy Tab e Nexus S 4G allo smartphone Galaxy SII brandizzato AT&T, sono 14 i dispositivi eliminati dalla lista dei prodotti in violazione dei brevetti di Apple, con altri 14 che resteranno alla base dei circa 600 milioni di multa per la società californiana. In realtà, sui 14 dispositivi rimanenti il giudice Koh ha ordinato un nuovo round processuale prima dell’inizio del 2014.
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Doppia battuta d’arresto per Apple e Samsung nella contesa legale che vede contrapposte negli Stati Uniti le due aziende. Il giudice del tribunale del distretto settentrionale della California, Lucy Koh, ha stabilito che non saranno ritirati dalla vendita negli Usa 26 dispositivi prodotti dal colosso coreano, come invece aveva richiesto in precedenza Apple: sono insufficienti le prove per dimostrare che siano in grado di influenzare in modo negativo gli acquisti di iPhone, a causa del vantaggio competitivo derivante dalla violazione di brevetti su tecnologie e design sviluppati dal gruppo californiano.
Inoltre, il giudice Koh ha negato a Samsung un nuovo processo. La richiesta di ripetere il confronto in aula era stata avanzata dal gigante di Seul per l’ipotesi che un giurato potesse non essere stato imparziale, ma sbilanciato a favore di Apple.
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Non è possibile confondere un Apple iPad con un tablet Galaxy Tab 10.1 di Samsung. È questa, in sostanza, la conclusione alla quale sono pervenuti i giudici di Londra nel procedimento d’appello che vedeva contrapposte, ancora una volta, la società della Mela e l’azienda coreana. Decadono, quindi, almeno in Gran Bretagna le accuse di plagio che Apple aveva mosso nei confronti di Samsung.
Apple non soltanto deve incassare la sconfitta londinese ma, come qualche insegnante faceva fare tempo fa agli alunni più discoli, l’azienda dovrà scrivere che l’azienda concorrente “non è una copiona”.
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Dopo la sentenza che le ha dato la vittoria su Samsung nella causa del secolo sulla proprietà intellettuale, Apple non vuole perdere tempo e si è messa già al lavoro per la prossima offensiva. L’azienda fondata da Steve Jobs ha chiesto infatti al tribunale un’ingiunzione per bloccare alcuni dei prodotti rivali, cominciando quindi a stilare una “lista nera” che potrebbe arrivare a comprendere fino a 28 modelli incriminati, anche se per ora Apple sembra essersi fermata solo a 8:
- Galaxy S 4G
- Galaxy S2 (AT&T)
- Galaxy S2 (Skyrocket)
- Galaxy S2 (T-Mobile)
- Galaxy S2 Epic 4G
- Galaxy S Showcase
- Droid Charge
- Galaxy Prevail
Le manovre mostrano delle verità nascoste dietro alla decisione della giuria in California: la sconfitta record di Samsung – sei brevetti su sette violati e danni per 1,05 miliardi di dollari – per quanto schiacciante è solo il primo round. Le ramificazioni legali, industriali e tecnologiche, sono innumerevoli. Quelle legali sono le più immediate: Samsung ha infatti chiesto un intervento del giudice, Lucy Koh, affinchè ribalti le decisioni dei giurati.
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