Anonymous lancia lo sciopero del web contro CISPA

22 aprile 2013

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L’ora X è scattata. Al grido di #stopCispa è partito dagli Stati Uniti il black out spontaneo del web lanciato da Anonymous. Motivo dell’ultima guerra? Cispa, il disegno di legge proposto dal deputato repubblicano Michael Rogers già passato alla Camera che dovrà essere discusso al Senato nonostante Barack Obama, abbia già annunciato la possibilità di un veto.

Il disegno di legge Cispa, secondo gli attivisti trasformerebbe i giganti del web in delatori del governo federale in materia di privacy. Anonymous chiede di oscurare per 24 ore i propri siti: attenzione, non si tratta di un attacco hacker, ma di un auto-censura, una sciopero del web proposto da diversi giorni anche su twitter con gli hashtag #stopcispa e #CISPAblackout. Al momento sono oltre 370 i siti che hanno aderito alla campagna.

Lo stesso strumento, lo sciopero del web, era stato usato nello gennaio dello scorso anno per combattere contro un altro disegno di legge che minacciava la privacy sul web, il SOPA, progetto che poi venne ritirato proprio sotto la pressione della battaglia scatenata sul web. Furono settemila i siti che aderirono, Wikipedia chiuse per 24 ore, protestò anche Reddit e Google manifestò con un doodle ad hoc. Oggi, invece, la protesta sembra essere stata accolta soltanto da una piccola parte del web. Il cofondatore del social news Reddit Alexis Ohanian ha provato due giorni fa a contattare il papà di Google, Larry Page, chiamando il centralino dell’azienda: “Qui non lavora alcun Larry Page” è stata la risposta.

Per aderire alla campagna è stato attivato un Twibbon da aggiungere al proprio profilo Facebook o Twitter. L’Eef mette online una pagina dedicata per inviare lettere di proteste al Senato, stessa procedura adottata da Activist.io.

Il disegno di legge, passato alla Camera (288-127), verrà discusso al Senato, nonostante la Casa Bianca abbia già minacciato il veto. L’American Civil Liberties Union ha detto che “il CISPA è una proposta estrema che permette alle società che detengono le nostre informazioni molto sensibili a condividerle con qualsiasi società o ente governativo”.

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