Instagram-Twitter, cronaca di un addio

10 dicembre 2012

La parola d’ordine è piena integrazione. Totale. Questa la colonna portante attorno a cui gira il mondo del social. Soprattutto quando entra in contatto con l’universo delle app. Fotografare e condividere immediatamente su Facebook. Con questo obiettivo Zuckerberg ha acquistato Instagram. Per permettere agli utenti del social di vedere le foto senza chiudere la propria app e migrare verso un’altra. Per potere commentare direttamente dal proprio account. E condividere con gli amici ricordi e cartoline “ritoccate” grazie all’app.

Stessa integrazione, addirittura con preview dell’immagine, era stata promessa da Instagram anche su Twitter. Almeno fino a poco tempo fa.
Ora l’idillio pare finito. Ma se solitamente tra i due litiganti solitamente c’è un terzo che gode, in questo caso sembra proprio che la faccenda si debba chiudere in modo diverso.

Accade, infatti, che dal 5 dicembre gli utenti di Twitter non riescono più a vedere le foto provenienti da Instagram postate e condivise in automatico. Nessuna censura, ma il link della foto prende il posto dell’anteprima e l’apertura sgrana l’immagine. Per vederla in formato ottimale è necessario spostarsi dalla app al browser e lì aprire il profilo dell’utente.

E proprio a partire da mercoledì 5 dicembre sul blog di Twitter si faceva cenno a problemi di visualizzazione da parte degli utenti del sito di microblogging delle anteprime delle immagini provenienti da Instagram.

Da lì a scaricare le responsabilità del blocco all’acquisto da parte di Facebook il passo è stato breve. E proprio Instagram ha risposto per bocca del Ceo Kevin Systrom: “Si tratta di una normale evoluzione delle cose” anche perchè, aggiungeva, “Instagram si riservava la possibilità di scegliere dove e come dovessero andare i proprio contenut”. E aggiungeva: “Non si tratta di una imposizione di Facebook o una decisione di Zuckerberg. La decisione è mia e soltanto mia”.

Nessun complotto, dunque, né operazione orchestrata, eppure qualche dubbio resta. In primis fa riflettere l’affermazione proprio di Systrom riguardo alla proprietà dei contenuti postati su Instagram. Quando, infatti parla di “normale evoluzione a proposito di dove siamo e dove vogliamo che vadano i nostri contenuti” fa una forzatura alle condizioni generali della app che lascia, invece, la proprietà delle foto agli utenti del social network.

In secondo luogo, si apre, poi, una questione di competenza interna: Zuckerberg quanto effettivamente sapeva della decisione? La promessa (agli utenti e a Facebook) che il servizio non sarebbe cambiato dopo l’acquisizione è, dunque, per il momento, in parte disattesa e questo potrebbe avere un peso sia in termini di scarso gradimento da parte degli utenti del social che di filosofia aziendale da parte di Facebook.

Non è, infatti, da dimenticare come Zuckerberg stesso abbia sempre avuto una predilezione per l’integrazione tra i diversi social in senso includente e non escludente. Spiega sempre Systrom: “L’idea è che Instagram resti una realtà indipendente per tanto tempo, sia in termini di piani industriali che di personale: nessuno è stato allontanato dopo l’acquisizione. Per dare un’idea, un po’ come YouTube per Google. Chiaramente, YouTube è ormai un elemento fondamentale nel business di Google, ma resta comunque un’entità separata. Anche noi abbiamo in mente di restare autonomi a lungo”.

E intanto Twitter reagisce al colpo e lancia un aggiornamento che prevede la possibilità di aggiungere filtri “modello Instagram” alle proprie foto e pubblicarle con un formato quasi doppio rispetto a quello dell’ormai rivale: 1024×1024 pixel contro 612×612. Pare che Dorsey in persona lo stia testando. La guerra è aperta. Difficile pensare che Zuckerberg non ne sapesse nulla e che oggi dorma sonni tranquilli.



 
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