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Posts Tagged ‘privacy’

Riot, ecco il software che ti spia

13 febbraio 2013 Commenti chiusi

Virus informatico

Una delle più grandi industrie militari del pianeta ha creato un programma di software in grado di individuare i movimenti della gente e di predirne il futuro comportamento. È la fantascienza che diventa realtà, o almeno che sta per diventarlo, perché il potente meccanismo di analisi computerizzare messo a punto dalla Raytheon non è stato ancora venduto ad alcun cliente, secondo quanto dice un portavoce dell’azienda americana al Guardian.

Il software si chiama Riot, acronimo di Rapid Information Overlay Technology (ma in inglese il termine significa “sommossa”, lasciando intendere che il prodotto può essere utilizzato come una forma di controllo sociale). Funziona usando complessi algoritmi per “leggere” miliardi anzi trilioni di informazioni presenti sul web, in particolare su social network come Facebook e Twitter.

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Skype: sarà possibile concellare il proprio profilo

6 febbraio 2013 Commenti chiusi

Skype Logo

Skype migliorerà le procedure per consentire agli utenti di chiudere il proprio account e integrerà le informazioni per venire incontro alle loro esigenze.
È l’esito della nota spedita a fine 2012 dal Garante privacy con la quale l’Autorità aveva chiesto alla società con sede in Lussemburgo spiegazioni sulle difficoltà incontrate dagli utenti italiani nel chiudere il proprio account. In ogni caso il Garante solleverà in sede europea la questione dell’ulteriore conservazione dei dati.

“Pur non essendo stabilita sul nostro territorio” – spiega una nota del Garante della Privacy – “Skype ha tuttavia deciso di dare riscontro all’Autorità italiana fornendo nel contempo alcune informazioni utili per capire le procedure adottate per dar seguito alle richieste degli utenti. Skype ha ammesso che le indicazioni contenute nelle «domande più frequenti» (Faq), secondo cui «una volta creato, non è possibile eliminare un account Skype», non informano in maniera adeguata gli utenti: perciò d’ora in poi verranno modificate per spiegare chiaramente che si potrà comunque bloccare in via permanente il proprio account rivolgendosi al servizio di supporto tecnico clienti, il quale provvederà a deindicizzare lo username dell’utente dalle pagine pubbliche del servizio, in modo tale che non sia più operativo nè visibile dagli altri.”

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E gli Zuckerberg scoprirono la privacy

30 dicembre 2012 Commenti chiusi

Famiglia Zuckerberg

Né denaro, né successo possono salvare dalla regola della gaffe: quando cerchi di rimediarla, puoi solo peggiorare la situazione. Ne sa qualcosa Randi Zuckerberg, sorella del fondatore di Facebook, che ha scoperto di essere stata vittima sul social network di famiglia di una violazione della privacy.

Giovedì scorso Callie Schweitzer, direttrice marketing di Vox Media, ha postato su Twitter una foto natalizia degli Zuckerberg, dove si vede Randi stappare una bottiglia di spumante, Mark nell’angolo, appoggiato alla cucina, e i parenti sorridere. Appena la web-imprenditrice si è accorta della presenza dell’immagine online, ha chiesto spiegazioni a Schweitzer, accusandola di un gesto “uncool” (da “sfigata”).

Come è possibile che una foto pubblicata sulla propria pagina Facebook sia finita sull’account Twitter di una sconosciuta? Domanda più che legittima, se solo non arrivasse dalla sorella ed ex collega del nemico numero 1 della privacy. Randi — che come un utente qualsiasi dimostra di non sapersi orientare tra le complicate e mutevoli regole Facebook sul trattamento dei dati personali — è caduta in uno degli errori più comuni per chi frequenta la piattaforma: credere che le proprie foto siano visibili “solo agli amici” e scoprire che, invece, possono vederle anche gli “amici degli amici”.

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Multa da 18 milioni di euro per Google

12 luglio 2012 Commenti chiusi

Google è vicina a pagare una multa da 18 milioni di euro (22,5 milioni di dollari) per aver aggirato le impostazioni della privacy di Safari. È la più alta multa inflitta a una singola compagnia dalla Federal Trade Commission e indica come l’FTC prenda seriamente le violazioni contro la privacy.

Mentre la somma è solo una piccola frazione dei guadagni di Google – Big G ha infatti impiegato circa 5 ore a guadagnare questa somma l’anno scorso – è da aggiungersi a una serie crescente di notizie negative riguardo il trattamento della privacy da parte del gigante Internet, che potrebbe minare la fiducia degli utenti nei suoi servizi.

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