Una letteraccia legale inviata da Google al quartier generale di Microsoft, per chiedere la rimozione della sua applicazione YouTube dallo store legato al sistema operativo mobile Windows Phone. Il gigante di Redmond sarà dunque costretto all’eliminazione dell’app entro il prossimo mercoledì, inoltre obbligato a disabilitare tutti i download finora completati sui vari dispositivi in mobilità.
Aggiornata poco più di una settimana fa, l’applicazione della popolare piattaforma di video sharing non è piaciuta affatto ai vertici della Grande G, che hanno riscontrato una violazione nelle condizioni di accesso alle API del Tubo. Microsoft avrebbe realizzato la sua app senza il consenso dell’azienda californiana, ovvero implementando specifiche feature per evitare l’apparizione di filmati pubblicitari prima dei video richiesti dagli utenti di Windows Phone.
Prosegui la lettura…
Come anticipato pochi giorni fa, sono arrivati i primi canali a pagamento di Youtube. Il portale video di proprietà di Google ha coinvolto in questa prima fase di test 30 editori per un totale di 53 canali, nessuno dei quali è visibile dall’Italia. Gli abbonamenti partono da 0,99 dollari al mese e per iniziare a prendere confidenza con la novità gli utenti avranno a disposizione 14 giorni di prova gratuiti. Nelle prossime settimane l’offerta aumenterà, anche se da Google Italia ci fanno sapere che non esistono ancora piani precisi per il nostro Paese.
Il successo dell’iniziativa Oltreoceano e nel resto del mondo dipenderà innazitutto dall’interesse concreto che manifesteranno gli editori di contenuti, chiamati a proporsi direttamente compilando un form online. Mountain View sottolinea di essere venuto incontro proprio alle loro necessità: “Oggi più di un milione di canali genera entrate pubblicitarie su Youtube e una delle richieste più frequenti che ci viene fatta è quella di garantire maggiore flessibilità nella monetizzazione e nella distribuzione. Abbiamo lavorato su questo fronte”, si legge sulla pagina di lancio dell’iniziativa. Il messaggio è chiaro: vi stiamo dando l’opportunità di valorizzare ulteriormente a livello economico i vostri video, coglietela. La palla passerà poi agli utenti e alla loro disponibilità a mettere mano al portafoglio per accedere alle sezioni di un portale che per anni, dal 2005 per la precisione, è stato una bandiera della gratuità in Rete.
Prosegui la lettura…
Sono pronti al debutto i canali a pagamento di YouTube: secondo le indiscrezioni raccolte dal Financial Times potrebbero arrivare da questa settimana e saranno circa 50. Il quotidiano finanziario inglese segnala che il costo previsto è di 1,99 dollari al mese per ognuno. In questo modo la piattaforma di videosharing affianca un’altra fonte di ricavi per gli utenti, accanto alla pubblicità e al noleggio di film consentito in alcuni Stati all’estero.
YouTube è una cartina di tornasole dell’interesse del pubblico online per i video: ha tagliato il traguardo di 6 miliardi di ore di filmati visti ogni mese. E fin dagli esordi è stato uno spazio di creatività. I primi iscritti condividevano montaggi ironici con imitazioni e animazioni. Poi è diventato un terreno fertile per autori amatoriali: alcuni sono entrati nel passaparola quasi per caso e il contatore di visualizzazioni ha decretato il successo. Poi si sono moltiplicati gli show e i canali progettati per YouTube.
Prosegui la lettura…
Ci siamo. Un miliardo di persone, ogni mese, si affaccia su YouTube. Per vedere di tutto: dai filmati di gattini domestici ai morti dilaniati della ribellione siriana. Per il portale di video sharing si tratta di un traguardo storico, il marchio di un successo per molti versi impensabile quando nel 2005 avvenne il debutto on line.
Un’altra start up di quegli anni, Facebook, ha superato la stessa soglia 5 mesi fa. Nel 2006 Google acquistò YouTube per 1,76 miliardi dollari: allora il sito aveva circa 50 milioni di utenti in tutto il mondo. Poi, il boom. A fine 2011 gli utenti unici erano 800 milioni, una miniera d’oro per la raccolta pubblicitaria di Google.
In questi anni, l’evoluzione del portale ha seguito la crescita esponenziale della Rete, con l’aumento degli upload su ritmi che hanno messo a dura prova i server di Google, e pur scontrandosi con problemi legati alla privacy e al controllo dei contenuti pubblicati, non ha conosciuto passi falsi. Anzi, il successo planetario ha attirato l’attenzione dei grandi produttori di contenuti: le major del cinema, le case discografiche, le tv. Chi ne resta fuori è perduto.
Prosegui la lettura…
Un rivale inatteso per YouTube, annunciato dal suo stesso fondatore a più di sei anni dalla vendita miliardaria al colosso Google. A colloquio con i gestori della piattaforma di social bookmarking Digg, il co-founder del Tubo Chad Hurley non è però sceso nei dettagli, limitandosi nella descrizione più generica di un sito video-based che offrirà grande flessibilità a tutti coloro che fossero interessati alla creazione e condivisione dei contenuti.
Rispondendo alle numerose domande dei responsabili di Digg, Hurley ha espresso un personale rammarico per l’ormai passata edizione del ciclo di conferenze high-tech South by Southwest. Fosse stata organizzato con un solo mese di ritardo, l’evento avrebbe potuto ospitare l’ex-padre di YouTube per il lancio di una piattaforma che proprio al Tubo lancerà il guanto di sfida nello User Generated Content (UGC).
Prosegui la lettura…
Il servizio per il video streaming YouTube è sicuramente uno dei progetti di maggiore successo nella storia della Rete, tanto da essere diventato una delle piattaforme di punta della proprietà (Mountain View); ma il suo difetto peggiore sarebbero sempre state le poche opportunità di monetizzazione.
Per risolvere questo problema, i vertici del gruppo starebbero stringendo delle partnership con alcuni fornitori di contenuti grazie ai quali YouTube dovrebbe distribuire dei video tramite una formula a pagamento; l’idea sarebbe quella di proporre agli utenti un abbonamento mensile.
Prosegui la lettura…